12 Settembre 2022

Abbigliamento usato: un settore in crescita

Riduzioni di consumi per rispetto dell'ambiente e sostenibilità. La nascita e la crescita di piattaforme dedicate a capi d’alta moda usati non fa che alimentare una tendenza consolidata.

12 Settembre 2022

Abbigliamento usato: un settore in crescita

Riduzioni di consumi per rispetto dell'ambiente e sostenibilità. La nascita e la crescita di piattaforme dedicate a capi d’alta moda usati non fa che alimentare una tendenza consolidata.

12 Settembre 2022

Abbigliamento usato: un settore in crescita

Riduzioni di consumi per rispetto dell'ambiente e sostenibilità. La nascita e la crescita di piattaforme dedicate a capi d’alta moda usati non fa che alimentare una tendenza consolidata.

Le tendenze dei consumatori sono ormai chiare: riuso, economia circolare, desiderio di vivere in una società i cui consumi abbiano un ridotto impatto ambientale. Tutte queste forze spingono in una direzione più green molti settori dell’economia: non ultimo, quello dell’abbigliamento, in cui negli ultimi tempi sta esplodendo il boom dei capi di seconda mano.

Un’economia di resale

Se il volume di denaro confinato al resale era fino a qualche anno fa tutto sommato contenuto, oggi le cose stanno diversamente. La nascita e la crescita di piattaforme dedicate a capi d’alta moda usati non fa che alimentare una tendenza che ormai è stata espressa chiaramente da parte dei consumatori: comprare, usare, rivendere, riutilizzare sono le parole chiave di questo processo circolare, più ecosostenibile e dunque più gradito alle generazioni più giovani.

Non bisogna trascurare la novità dell’approccio del consumatore: se un tempo il negozio dell’usato era visto come un ripiego, adesso la percezione degli acquirenti è totalmente ribaltata; scegliere un’applicazione o un sito per acquistare o rimettere in circolazione capi d’abbigliamento usati è oggi considerato un comportamento intelligente, al passo con i tempi e di tendenza. Ovviamente, bisogna presentare il capo di vestiario sul mercato nel miglior modo possibile, impegnandosi per lasciare i vestiti lucidi e come nuovi così che possano avere un futuro nel mondo dell’usato, con un ritorno positivo tanto per il pianeta, quanto per il venditore stesso. Si tratta di pochi gesti essenziali, di cura per il proprio usato, che un tempo non trovavano spazio, proprio perché il mercato di seconda mano non era valorizzato tanto quanto lo è oggi.

Non è dunque per nulla casuale che il giro d’affari dell’abbigliamento usato sia ormai arrivato a coprire cifre da capogiro, pari a oltre 40 miliardi di dollari globali. Inoltre, proprio in virtù di quelle tendenze di riduzione dei consumi che animano ormai l’intera economia, il margine di crescita previsto per i prossimi anni arriva a sfiorare il 20%: questo dato lascia intendere che oltre 75 miliardi di dollari possano confluire nel mercato dell’abbigliamento usato entro il 2025.

La svolta con la pandemia

Ragionando in altri termini, una tendenza all’usato ha sempre caratterizzato e accompagnato l’economia globale. Il reale cambiamento, che ha visto nella pandemia un’ulteriore spinta, consiste nell’approccio dei consumatori al concetto di abbigliamento usato. Se il boom di vendite e il successo dell’economia circolare si legano in qualche modo al forte sviluppo di applicazioni per la moda second hand avvenuto proprio nel 2019, è chiaro che la strada da seguire è ormai stata tracciata, tanto per i consumatori, quanto per i grandi marchi, compresi quelli di alta moda.

Il 2020 dal canto suo ha fatto propri i successi dell’anno precedente, raggiungendo le vette di 40 miliardi globali nel settore dell’abbigliamento di seconda mano. L’attenzione delle case di abbigliamento di lusso non poteva tardare a posarsi su questo fenomeno: ecco dunque che si spiega l’attivazione da parte dei principali brand di piattaforme pensate proprio per favorire il riutilizzo e la ricircolazione del vestiario usato. Anche questo dato testimonia il cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’usato, un tempo svalutato e adesso invece capace di accogliere anche capi d’alta moda.

Sembra dunque che le principali strategie per la riduzione dei consumi stiano cominciando a impadronirsi anche del mondo dell’abbigliamento: da un lato, la ricerca di consigli per garantire una maggiore durata ai vestiti e dall’altro il boom di applicazioni e piattaforme destinate a ridare nuova vita ai capi di abbigliamento abbandonati negli armadi. Restano da capire gli effetti e le conseguenze di queste nuove strategie di economia circolare: possono certamente essere definite più ecosostenibili e in linea con la svolta ecologista globale; ma il mercato dell’abbigliamento nuovo resisterà alla concorrenza del second hand?

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