21 Marzo 2025

“Oliva Denaro”: Ambra Angiolini, la libertà e il riscatto delle donne

Prova eccellente dell'attrice nello spettacolo tratto dal romanzo di Viola Ardone, per la regia di Giorgio Gallione.

21 Marzo 2025

“Oliva Denaro”: Ambra Angiolini, la libertà e il riscatto delle donne

Prova eccellente dell'attrice nello spettacolo tratto dal romanzo di Viola Ardone, per la regia di Giorgio Gallione.

21 Marzo 2025

“Oliva Denaro”: Ambra Angiolini, la libertà e il riscatto delle donne

Prova eccellente dell'attrice nello spettacolo tratto dal romanzo di Viola Ardone, per la regia di Giorgio Gallione.

C’è una storia vera alla base di Oliva Denaro, il monologo che Ambra Angiolini sta portando sui palcoscenici di tutta Italia in questi giorni, e c’è un romanzo omonimo, scritto da Viola Ardone, una delle penne più interessanti della letteratura contemporanea, da cui Giorgio Gallione e la stessa Angiolini hanno tratto il monologo. Entrambi, monologo e romanzo, si rifanno alla vicenda di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”.

Era la fine del 1965 quando Franca Viola fu rapita e stuprata da Filippo Melodia e alcuni suoi “compari”, per ritorsione contro la famiglia di lei che non aveva acconsentito al fidanzamento dei due ragazzi perché il Melodia era legato alla Mafia. Con gran dignità, i genitori della ragazza appoggiarono la sua decisione di non accettare la “paciata”, il matrimonio riparatore che – secondo l’articolo 544 del codice penale di allora – avrebbe estinto automaticamente il reato, e anzi di denunciare l’aguzzino e i suoi complici, ben sapendo di mettersi contro tutto il paese intriso della morale bigotta dell’epoca. Già, la morale. Perché in quel lontano 1965, lo stupro era ritenuto un reato contro la morale, non contro la persona. E, cosa ancora più avvilente, lo sarebbe rimasto fino al 1996!

In questo monologo, Oliva Denaro è l’alter ego letterario della vera protagonista, una ragazza “nata libera e cresciuta ingabbiata”. Fin dalle prime battute si capisce il contesto medievale che permeava i paesi siciliani (e non solo) dell’epoca: “La figliola è una brocca: chi la rompe se la piglia” e “se sorridi a un giovane, gli hai già detto sì” sono alcuni degli adagi con cui la madre educa la figlia, lasciando invece tutte le libertà al figlio maschio, anche se più piccolo. È una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa. Ma Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che, dapprima più propensa a piegarsi alla prepotenza e al fatalismo, riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna.

Lo spazio agito è quello dell’orto di casa Denaro, pieno di agrumi siciliani e soprattutto di arance, rosse come la passione, il sangue, la vergogna. Il succo che ne stilla la protagonista è quello aspro del sopruso, da cui nasce più forte la voglia di giustizia e di riscatto. Al centro della scena, troviamo un’Ambra Angiolini in piena forma, che conferma di aver raggiunto la piena maturità di attrice con un personaggio difficile, pieno di sfaccettature, ingenuo e agguerrito, impaurito e determinato a seconda dei momenti. Difficoltà doppia, se si pensa che durante il monologo presta voce e corpo anche agli altri personaggi del dramma, riuscendo a rappresentare efficacemente anche gli altri punti di vista. Il grosso lavoro di mimesi la porta a parlare con disinvoltura con accento siciliano e anche a muoversi e a gesticolare in modo “teatrale”, alla maniera delle donne del sud. Il suo studio del personaggio la rende credibile sia quando – all’inizio -, quindicenne, si affaccia alla vita sia quando – più tardi – la rincontriamo donna adulta, carica di un inesprimibile dolore. La messa in scena di Giorgio Gallione valorizza le doti dell’attrice creandole uno spazio in cui si muove a proprio agio. La scrittura, cruda nei momenti apicali ma non priva di ironia e leggerezza nel suo complesso, aiuta a rendere lo spettacolo pienamente godibile, agile e con un buon ritmo. Da segnalare la colonna sonora, un omaggio a Mina e a tutte le cantanti che – tra gli anni Sessanta e Settanta – cantavano di donne forti ed emancipate, così in contrasto col contesto della nostra storia eppure così affini al sentire della sua protagonista. Una storia esemplare che parla di libertà, civiltà e riscatto.

Ambra Angiolini racconta: “Ho incontrato per la prima volta Oliva Denaro parecchio tempo fa, grazie al libro di Viola Ardone. La voglia di far conoscere questa storia è nata subito: leggi una pagina e dentro ci trovi tanto di quel posto che si chiama “coraggio”, che non vedi l’ora di prenderci la residenza. Quella volta però non è andata a buon fine la collaborazione, purtroppo stavo lottando per zittire delle chiacchiere sul mio privato… stavo comunque “lavorando” sul personaggio mio malgrado e nemmeno lo sapevo. Il regista Giorgio Gallione ne acquista i diritti, qualche anno dopo, proprio lui con cui lavoro e torno sempre a casa, il primo folle che mi ha detto: “Ce la farai tu, con le tue risorse” a partire dal mio battesimo teatrale con il monologo La misteriosa scomparsa di W di Stefano Benni. Così è nato questo progetto. Destino… nessuna magia, quella l’abbiamo messa tutta sul palco. Oliva Denaro, ispirata alla vera storia di Franca Viola, racconta la storia di tante donne attraverso questa ragazza, che diventa una eroina grazie al valore del primo vero “no”. È ribelle e contraria ma con rispetto e gentilezza. La sua ribellione passa per il desiderio di conoscenza, per la sua curiosità. Oliva è un’eroina che come super potere ha anche quello di saper ascoltare gli altri. Quando non sa ascolta, quando non comprende chiede. E quando non le viene risposto… “io non sono favorevole”. È talmente bella da portare in scena questa piccola grande vita, che uno si sente meglio già solo a raccontarla, questa storia. Ho lavorato insieme a Giorgio alla drammaturgia e gli sono grata per questo lavoro insieme perché non tutti i registi hanno voglia di aprirsi ad un confronto così bello e formativo. Amo molto il mio lavoro e amo scoprirlo come una matrioska in ogni suo aspetto. Abbiamo lavorato dal romanzo al testo teatrale cercando di preservarne la ricchezza e rispettandolo con attenzione e cura. Solo nel finale ho chiesto di poter inserire delle parole di Franca Viola tratte dalle sue interviste, sentivo il bisogno di una parte di “verità legale”. Vado in “vacanza” per tutta l’Italia fino al 21 aprile insieme ad Oliva: in questo momento le storie delle persone che con le loro scelte e il loro coraggio hanno cambiato il corso degli eventi anche per me, quelle che hanno tolto il prefisso negativo “in” dalla parola GIUSTIZIA… Mi piace farle vivere vicine”.

Lo spettacolo con Ambra Angiolini è al Teatro San Ferdinando di Napoli fino a domenica 23 marzo 2025, poi in giro per la Puglia e la Toscana, infine a Milano, al Teatro Franco Parenti dal 24 aprile al 4 maggio.

Recensione a cura di Davide D’Antonio. Foto di Ambra Angiolini gentilmente concesse da Teatro di Napoli.

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