9 Gennaio 2020

La computer grafica di Guido Vanzetti all’Istituto Superiore di Fotografia a Roma

Sperimentazione digitale in tempi non sospetti nel Novecento. Il grande creativo italiano scomparso nel 1994 celebrato all'ISFCI di Roma. E a seguire un ciclo di incontri.

9 Gennaio 2020

La computer grafica di Guido Vanzetti all’Istituto Superiore di Fotografia a Roma

Sperimentazione digitale in tempi non sospetti nel Novecento. Il grande creativo italiano scomparso nel 1994 celebrato all'ISFCI di Roma. E a seguire un ciclo di incontri.

9 Gennaio 2020

La computer grafica di Guido Vanzetti all’Istituto Superiore di Fotografia a Roma

Sperimentazione digitale in tempi non sospetti nel Novecento. Il grande creativo italiano scomparso nel 1994 celebrato all'ISFCI di Roma. E a seguire un ciclo di incontri.

L’Istituto Superiore di Fotografia inaugura la stagione di festeggiamenti del 35° anniversario con un nuovo ciclo di incontri aperti a tutti e una mostra dedicata alla computer grafica. Protagonista è il genio della grafica sintetizzata in Italia, Guido Vanzetti a cui è dedicata l’esposizione “Guido Vanzetti: il futuro è ieri” (dal 18 gennaio al 29 febbraio 2020), che viaggia nella comunicazione visiva italiana. Si parte dalle immagini dimoda degli anni 60 per arrivare ai prodromi dell’animazione computerizzata degli anni 70. In mezzo (e oltre temporalmente) la mostra di foto, copertine e manifesti e molto altro, comprese le video installazioni in computer grafica.

Una disciplina, se non arte, che è nel mezzo di una grande rivalutazione perché in piena fase di storicizzazione. Quei mezzi di un tempo non esistono più e l’animazione ultra-definita di oggi guarda con nostalgia e romanticismo a quei primi affascinanti esperimenti. Come quello che Vanzetti fece con il Silicon Graphic Iris 1000.

Fasi preistoriche e primordiali che però ora vengono studiate, valorizzate e in parte recuperate nel gusto corrente di pubblicità e video.

Fondato a Roma nel 1985, nello storico quartiere di San Lorenzo, l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata si è presto imposto come importante riferimento didattico nella formazione di fotografi qualificati.

CICLO DI INCONTRI – Situato nei loft del celebre Palazzo Cerere, ex pastificio degli anni ’30 oggi l’ISFCI in collaborazione con Johan & Levi Editore è lieto di inaugurare il ciclo Visual Art 2020 con la presentazione del libro ‘Il capitale ignorante. Ovvero come l’ignoranza sta cambiando l’arte’ di Marco Meneguzzo. L’incontro, moderato dal curatore Vasco Forconi, vede l’autore in conversazione con l’artista Giuseppe De Mattia sulle tematiche centrali della pubblicazione e le correlazioni con la personale di De Mattia tutt’ora in corso alla galleria Matèria dal titolo ‘Esposizione di Frutta e Verdura’.

La presentazione, ospitata nella sede di Spazio Duale (spazio attiguo all’ISFCI, 13 gennaio 2020 in via degli Ausoni 1 a Roma), include una rinnovata selezione di titoli all’interno del book corner di Leporello questa volta dedicata a un approfondimento di una serie di pubblicazioni di saggistica sulla fotografia e non solo della casa editrice Johan & Levi.

Le sigle tv di Rai 1 negli anni 80 con il marchio di Guido Vanzetti: Tribuna Politica e il mitico programma musicale, Discoring.

«Perché parlare di “capitale ignorante”? Perché in queste due parole è condensata la quintessenza dell’atteggiamento della società nei confronti dell’arte contemporanea. Di fatto, non si parla solo di collezionismo ma di capitale, vale a dire dello strumento del collezionista e di tutti i soggetti economici del sistema dell’arte, cui si aggiunge un’aggettivazione caratterizzante: “ignorante”. Lo strumento che ha scardinato e traghettato il mondo dell’arte verso nuovi orizzonti ignora il proprio oggetto

Incultura, finanza e globalizzazione stanno rapidamente spingendo i linguaggi dell’arte in un cul-de-sac. Il tramonto definitivo delle avanguardie e l’erosione del potere intellettuale che le puntellava, insieme all’immagine dell’arte come status symbol, hanno favorito l’ascesa di un collezionismo che, sprovvisto di un’adeguata conoscenza del proprio oggetto del desiderio, ha tuttavia imposto nuove regole del gioco e provocato un radicale appiattimento del gusto. Se un tempo, infatti, il collezionismo – che del gusto è il frutto tangibile, la visualizzazione plastica – era appannaggio di un’aristocrazia colta e carismatica, in grado di conferire legittimità e autorevolezza alla battaglia delle idee, oggi è alla ricerca soprattutto di consenso, e tratta l’oggetto d’arte alla stregua di un souvenir bell’e pronto cui si chiede di essere riconoscibile quanto l’immagine della Tour Eiffel, familiare anche a chi a Parigi non ci è mai stato.

Guidato da conformismo e dotato di ingenti capitali, sceglie opere-trofeo con l’unico scopo di testimoniare la sua appartenenza non più a un’élite di conoscitori, ma al club degli affluenti. Dal canto suo, l’artista, perso di fatto il ruolo antagonistico che lo teneva al riparo dalle mode, non oppone più resistenza a questo assetto omologante. È costretto a inseguire il successo economico e produce un’arte “obbediente”, attenta ai diktat del marketing e del gusto globalizzato, a scapito di quell’autonomia che era stata il suo vanto e la sua forza fino a pochi decenni fa. Polemico e pungente fin dal titolo, questo agile saggio narra i cambiamenti intervenuti nello spirito del tempo, nel gusto del collezionismo, nel sistema di diffusione dell’arte e in ultima istanza nell’arte stessa, in accordo con i mutamenti intercorsi negli ultimi trentacinque anni anche in campo sociale, geopolitico ed economico.

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Prossimi incontri

Lunedì 20 gennaio h 18
Rocco Rorandelli – Terraproject
“Dall’individualità alla scrittura collettiva, forme di condivisione della pratica fotografica”

Lunedì 9 marzo h 18
Renata Ferri
“Il posto delle immagini”

Lunedì 30 marzo h 18
Michela Palermo

Venerdì 24 aprile h 18
Fabrizio Albertin

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